Ernie contenute e/o protrusioni sintomatiche

a) Nucleoplastica o coblazione (radiofrequenza)
b) Discolisi con ozono (O2/O3)
c) Discectomia percutanea e/o endoscopica e/o tradizionale

Stenosi foraminale, claudicatio neurogena, discopatia degenerativa (black disc)

a) Protesi interspinosa


b) Foraminotomia e/o artrodesi
c) Blocco antalgico faccette articolari (radiofrequenza e/o t. infiltrativa)


d) Epiduroscopia

Ernie Crolli e/o fratture vertebrali stabili

a) Vertebroplastica


b) Cifoplastica

Spondilolistesi



a) Stabilizzazione con barra e viti
b) Artrodesi strumentata (PLIF, TLIF, etc.)

Tecniche mini-invasive in Chirurgia Vertebrale

Il crescente livello di benessere delle societa’ tecnologicamente piu’ avanzate ha elevato il fabbisogno di cure relative a patologie dolorose, che un tempo erano considerate l’ineluttabile conseguenza dell’avanzare degli anni; ad esempio il cosidetto “mal di schiena”, correlato alla malattia degenerativa vertebrale (spondiloartrosi), colpisce ampi strati della popolazione accompagnando con manifestazioni piu’ o meno tollerabili la persona nell’ambito della sua attivita’ quotidiana.

I disturbi conseguenti al processo degenerativo interesseranno con l’aumento dell’eta’ media popolazioni sempre piu’ estese.

Le intense ricerche degli ultimi anni riguardanti i processi degenerativi legati al rachide hanno consentito di far luce su tali meccanismi identificandone i vari passaggi clinici e radiografici; il processo tecnologico ha fatto tesoro di queste conoscenze sviluppando tecniche e mezzi terapeutici che consentono di intervenire selettivamente nelle diverse fasi della cascata degenerativa.

Le vertebre sono collegate fra loro attraverso legamenti ed articolazioni, che consentono un certo grado di movimento tra loro: queste sono costituite dal disco intervertebrale nella loro parte anteriore e dalle articolazioni interapofisarie (attraverso le faccette) nella loro parte posteriore.

Il disco e’ costituito da un anello fibroso, inserito lungo il perimetro esterno dei piatti vertebrali, e dal nucleo polposo in esso contenuto, un corpo gelatinoso che mantiene distanziati i corpi vertebrali; le articolazioni posteriori consentono che i corpi possano scivolare un po’ tra loro consentendo leggeri movimenti di flesso/estensione e rotazione.

La cascata degenerativa viene scatenata in primis da processi involutivi del disco, sia a carico dell’anulus che del nucleo polposo; il disco inizia dunque a tollerare meno le sollecitazioni e perde d’elasticita’ e di sostegno con conseguente riduzione d’altezza (discopatia degenerativa); cio’ comporta una riduzione della capacita’ del disco di mantenere entro i limiti previsti l’ampiezza dei movimenti consentiti al segmento di moto di cui fa parte e maggiore sollecitazione a carico delle articolazioni interapofisarie (apofisi articolari).

Sin dall’inizio la conseguenza funzionale del processo degenerativo e’ quindi la microinstabilita’ che si instaura a carico del segmento di moto con successiva insorgenza di dolore discale e/o articolare.

L’organismo reagisce a tale fenomeno cercando di immobilizzare quel segmento (contrattura antalgica) e appone tessuto osseo (osteofiti) ai bordi delle articolazioni discali e apofisarie da cui possono scaturire tutta una serie di complicazioni riguardanti le radici nervose (conflitto disco/radicolare) ed i forami intervertebrali (stenosi canalari).

Il temine stenosi canalare e’ normalmente usato quando le cause sono congenite, malformative, degenerative o metaboliche anche se un restringimento del canale si verifica ugualmente in condizioni infiammatorie,infettive, neoplastiche o traumatiche; le forme piu’ frequenti sono quelle su base artrosica e/o congenito/artrosica.

La stenosi puo’ essere centrale (spinale) o laterale (foraminale) e cio’ determina il tipo di disturbi cui tale condizione da luogo: astenie progressive e perdita di forza e sensibilita’ algli arti e claudicatio neurogenica nel primo caso, cervicobrachialgie e lombosciatalgie con segni radicolari nel secondo caso.

Le principali complicanze della malattia artrosica vertebrale a carattere chirurgico sono dunque rappresentate da: instabilita’ vertebrale, ernia discale con conflitto radicolare, stenosi del canale e/o dei forami intervertebrali.